30 Nov 2010 - Happy Birthday To Me

© Christian Wallumrød
L'umore della trasmissione di questa notte è cambiato parecchio nelle ore che hanno preceduto la diretta. Intorno alle 21:00 mi sentivo il succedaneo di un lombrico. Alle 22:00 cercavo disperatamente di mantenere un minimo di lucidità mentre l'abbiocco serale mi assediava ostinato e io reagivo mangiando biscotti intinti nel caffé decaffeinato. Alle 23:00 mi sono trascinato fuori di casa e il gelo milanese si è rivelato funzionale: uno schiaffo freddo mi ha rimesso in sesto. In radio ho incontrato vari amici (Scuffia, Fonzi, Matiascéller) e poi, dopo una frugale conversazione, alle 24:45 ho dato il via alla selezione notturna. Tra un brano e l'altro (da segnalare lo straordinario album "Solo" di Vijay Iyer, dal quale ho tratto uno struggente brano intitolato "Human Nature" - Iyer è uno dei pianisti più interessanti in circolazione, altro che i nostri 'fenomeni' nazionali) ho mandato in onda l'intervista che il gentile e garbato Christian Wallumrød mi ha rilasciato sabato scorso, in piedi, sullo squallido piazzale antistante la Camera del Lavoro di Milano, mentre dal cielo scendevano stranissimi pallini bianchi che, a prima vista, avrebbero potuto sembrare neve, ma probabilmente si trattava di naftalina denuclearizzata. Per tutti coloro che desiderano scaricare e ascoltare la trasmissione: cliccare qui.
A cosa andrete incontro?
© Christian & some Wallumrøds
A parecchia musica ed a una moderata quantità di interventi verbali (miei). Di notte parlo meno possibile ma, tra le parole che ho proferito, mi sono augurato buon compleanno. Il 30 novembre 1966, infatti, alle 14:30 facevo la mia prima uscita ufficiale sul pianeta Terra, in un ospedale di Rivarolo Canavese (TO). Auguri a tutti gli scanzonati e impulsivi filosofi nati sotto il segno del Sagittario.

Tracklist Notturna del 30 novembre 2010
(Brano - Autore, Album (anno di uscita))

India - John Coltrane, Impressions (1963)
Spettri per le allodole - La1919, FreePopJazzRock (2005)
Human Nature - Vijay Iyer, Solo (2010)
All Is Full Of Love - Bjork, Homogenic (1997)
The Underground - Paul Wertico Trio, Don't Be Scared Anymore (2000)
Speciale: Intervista a Christian Wallumrod
Fortaleza - Renaud Garcìa-Fons, Méditerranées (2010)
Becalmed - Food, Quiet Inlet (2010)
Dance - U. Srinivas & Michael Brook, Dream (1995)
Teardrop - Massive Attack, Mezzanine (1998)
Small Blue Thing - Suzanne Vega, Close-Up Vol 1, Love Songs (2010)
L'Histoire D'Un Garçon - Benjamin Biolay, À L'Origine (2005)
Peaceful Valley - Ryan Adams & The C, Jacksonville City Night (2005)
The Prisoner (Alternate track) - Herbie Hancock, The Prisoner 1969

29 Nov 2010 - La natura e l'opposto

© L'eroe e il suo doppio
"Anche la Natura tende verso il suo Opposto. È in base ad esso, e non all'identico, che crea l'armonia. Dall'unione dei contrasti, non degli uguali, ha ottenuto il primo accordo. Anche l'Arte ottiene lo stesso risultato imitando la natura. L'integro e l'incompiuto, il concorde e il discorde, l'armonia e la disarmonia, da tutto l'uno, dall'uno il tutto".
Eraclito, L'oscuro

28 Nov 2010 - Tracklist Numeri Primi # 8

© Tom Tom
L'autunno musicale del 1978 sancisce il successo della trasposizione cinematografica di "Grease", un celebre musical ambientato negli anni cinquanta che diventa film, con la regia di Randal Kleiser e la produzione della coppia formata da Robert Stigwood e Allan Carr. E' un lavoro mediocre ma non mancano un paio di momenti divertenti. La pellicola ha un grande successo di pubblico: solo negli Stati Uniti incassa 160 milioni di dollari dell'epoca. Il doppio album contenente le frizzanti canzoncine del film vende milioni di copie. Nello stesso anno, agli inizi di ottobre, esce un disco indimenticabile che, purtroppo, venderà poco o niente (181° posto nella classifica Billboard: non si può certo parlare di riscontri commerciali rilevanti) ma nel corso degli anni, pur stazionando nella ceste delle offerte di molti negozi di dischi, acquisirà il prestigioso status di 'cult': "Blue Valentine" di Tom Waits, un lavoro speciale concepito da un autore speciale. Nel 1978 io ero impazzito per "Grease" e ascoltavo continuamente canzoni tremende come "You Are The One That I Want" e "Summer Night". Scoprirò "Blue Valentine" soltanto 5 anni dopo, a casa di uno dei batteristi con cui suonavo ai tempi (Paolo Roscio, musicista autodidatta dotato di grande orecchio musicale e di velocità di apprendimento supersonica). Paolo mi fece ascoltare "Romeo's Bleeding" e io pensai: Ma chi è questo tipo? Da dove esce? Cosa è successo alla sua voce? 
Insieme a "Swordfishtrombones", "Bone Machine" e "Black Rider", "Blue Valentine" è uno dei passaggi fondamentali nella carriera di Tom Waits: è un lavoro solido, personale, sofferto e si presta ad essere ascoltato e riascoltato molte volte.
L'ottava puntata di Numeri Primi - un album e le storie intorno è dedicata a questo splendido disco e ad alcuni tra i musicisti che - con il loro lavoro e con il loro talento - hanno influenzato o corroborato l'ispirazione di Tom Waits.

Numeri # 8 - La Scaletta
(Brano - Autore, Album)

Somewhere (cover) - Tom Waits, Blue Valentine
Romeo's Bleeding - Tom Waits, Blue Valentine
Smokestack Lightnin' - Hawlin' Wolf, Moanin' In The Moonlight
Whistlin' past the graveyard - Tom Waits, Blue Valentine
Moonlight in Vermont - Captain Beefheart, Trout Mask Replica
Kentucky Avenue - Tom Waits, Blue Valentine
Rock Me Baby - Memphis Slim, Blue This Evening
29 $ - Tom Waits, Blue Valentine
Martha (cover) - Tim Buckley, Sefronia
Down By The Borderline - Tim Buckley, Starsailor
One Better - Les Claypool, Of Whales and Woe
Christmas card from hooker in Minneapolis - Tom Waits, Blue Valentine
Biglietto di Natale (cover) - Laura Fedele, Pornoshow
Blue Valentine - Tom Waits, Blue Valentine

27 Nov 2010 - Musica e inciviltà

© Altre voci, altri padroni
Milano, 27 novembre 2010 - L'Auditorium "Di Vittorio" è ubicato nei sotterranei della Camera del Lavoro di Corso di Porta Vittoria n. 43 (MI). La sala è scarna ma funzionale, i posti a sedere sono scomodi, l'acustica è molto buona. Quest'ultimo è l'elemento di maggior rilevanza, soprattutto quando sul palcoscenico si esibiscono formazioni come il Christian Wallumrød Sextet. L'ultima fatica discografica di questo ensemble si intitola "Fabula Suite Lugano", è stata incisa nel giugno 2009 ed esprime il nuovo volto della musica del norvegese Wallumrød che, rispetto al passato, in "Fabula..." si emancipa dal folk nordico/scandinavo e vira definitivamente verso la contemporary music. L'album contiene 18 composizioni che fanno convergere melodie scarnificate e ritmi destrutturati, ricerca temeraria e sperimentazione estrema, ispirazioni che vanno dai drammi liturgici medievali alle opere barocche di Domenico Scarlatti, arrivando al minimalismo di Steve Reich e alle idiosincrasie compositive di Harry Partch. La produzione di Manfred Eicher conferisce il marchio di fabbrica "ECM" (l'etichetta fondata nel 1969 da Eicher) ovvero l'inclusione del silenzio nei brani. Un silenzio che diventa - a seconda dei momenti - ospite estemporaneo, collante, cornice, pietra angolare o fondamenta della musica. "Fabula Suite Lugano" è un lavoro interessante, non facile e niente affatto immediato. Algido, frammentario, a tratti tagliente ma ben strutturato, con una progressione che - al proprio interno - vede lo sviluppo di percorsi che si avvicinano e si allontanano, proponendo a chi ascolta l'immersione in atmosfere austere. La resa dal vivo è eccellente. 
Il pubblico dell'auditorium Di Vittorio è stato attento e partecipe, con qualche spiacevole eccezione. 
© Altri eroi, altri ostacoli
Partiamo dalla prima. Mentre il sestetto raggiunge l'apice della concentrazione eseguendo la complessa composizione "Solemn Mosquitoes" ecco arrivare il solito squillo di cellulare (la famigerata suoneria standard di Nokia "tiratunda - tiratunda - tiratunda-daaa"). La signora che riceve la chiamata si prende tutto il tempo per leggere sul display dell'apparecchio chi la sta cercando e poi, in uno slancio di ottusità, non spegne ma risponde pure, spiegando che è ad un concerto e richiamerà al termine della performance. Una decina di minuti dopo un vecchio rintronato - che fino a qualche istante prima aveva sonnecchiato penosamente - si desta dal torpore e inizia a commentare, con toni gutturali, il concerto. L'anziano amico a fianco dell'ex-dormiente, in tutta risposta, annuisce sornione quindi, con piglio cafone, scarta rumorosamente una caramella. Poteva farlo in un altro momento, certo, magari durante un applauso, ma evidentemente non resiste alla dolce tentazione. Ora: quanto tempo ci vuole per scartare una caramella? Diciamo cinque secondi? Sei? Massimo massimo dieci? Di norma sì. Ma il nostro divoratore di caramelle è uno che fa le cose per bene e così ci mette quasi un minuto. Non contento, dopo aver ficcato la maledetta pasticca zuccherata tra le fauci decide di piegare diligentemente l'involucro (e perché mai? Gli servirà ancora? Lo regalerà a qualcuno per Natale? Lo trangugerà dopo il concerto? Who knows), continuando a produrre scricchiolii fastidiosi. Di lì a poco il vecchio che prima dormiva e poi aveva commentato rumorosamente si alza e sparisce nel buio.
Nella fila davanti alla mia siedono diverse persone. Tra di esse spicca per inamovibilità un lumbard d.o.c. con abito scuro in tweed e sciarpa a quadri modello "Cesare Zavattini 1956" che ascolta con attenzione e osserva con sguardo pietrificato. Io intanto comincio a non poterne più della scomoda poltronaccia e, per lenire i dolori alla schiena e scongiurare (o accellerare?) un principio di scoliosi dorso-lombare, accavallo le gambe. Sfioro la poltrona del lumbard sopra citato che tosto si gira verso di me ed esclama ad alta voce: "La smetta con tutti questi colpi!". Esagerato. Ma quali colpi? Comunque sì, va bene, ho capito, sto fermo. Mi chiedo: costui non ha protestato per la signora con il cellulare e neppure per la caramella scartata. Io gli sfioro lo schienale e lui si inalbera. Vai a capire. 
Poco prima del bis, il vecchio tweed lascia la sua postazione e raggiunge - indovinate un po'? - l'ingurgitatore di caramelle che, nel frattempo, ha estratto dalla fondina altre due sfiziosette  incartate. La band ricomincia a suonare, il tweed commenta ironicamente ad alta voce, il suo amicone ridacchia mentre palpa avidamente entrambe le caramelle, il rumore cresce e, a quel punto, cedo all'impulso e intimo un: "Silenzio!". Al che "i due spavaldi" diventano "i due interdetti". Il tweed resta con decine di sapide parole - pronte a partire - bloccate tra i denti. Il Galactus delle caramelle si ferma con una "Rossana" nella mano destra e una "Monk Iceberg" nella mano sinistra. Qualche testa nella sala si gira di qua e di là. I rumori molesti cessano. Il concerto di Christian Wallumrød Sextet arriva a conclusione senza ulteriori disturbi inopportuni. Applausi.

26 Nov 2010 - Haiku (2)

© Cicale
Silenzio
Graffia la pietra
La voce delle cicale
Matsuo Bashõ

25 Nov 2010 - Ispirazione

© David on the beach
"Per scrivere qualcosa di valido bisogna comunque avere l'ispirazione ma se non sei lì ad aspettarla, se non sei in attesa alla fermata dell'autobus...non avrai modo di prenderlo quell'autobus. Se passi la giornata a fare altre cose, non ci sarà una canzone che viene a bussare alla tua spalla per dire: 'Parcheggia la macchina. Ho un'idea per te'. Può succedere ma penso che sia piuttosto raro. Secondo me è necessario mettersi nell'ottica giusta e sperare che succeda qualcosa. Non sempre succede. Per entrare nell'ottica giusta io mi siedo in una stanza, per conto mio. Niente telefono, niente televisore, niente di particolare da guardare. Di solito comincio con lo scrivere delle frasi a casaccio. Magari mi metto a scrivere su un determinato argomento e, se arriva un'espressione che mi colpisce, elaboro a partire da quella".
© Debbie ojn the bed
David Byrne intervistato da Paul Zollo - Hollywood, 1992
Intervista pubblicata nel volume "Rock Notes - I grandi songwriters si raccontano"
Minimum Fax, 15 € 

24 Nov 2010 - Haiku (1)

© Mondanità

Oh, questo mondo
Anche la vita della farfalla
È impegnata
Kobayashi Issa

23 Nov 2010 - Novanta/Novantuno

© Human Nature
Le conduzioni musicali notturne di Radio Popolare consentono - radiofonicamente parlando - il massimo della libertà espressiva a chi trasmette. Ogni conduttore (o DJ) gestisce le proprie notturne con cura e originalità, mandando in onda solo i brani che reputa degni. Il gusto e la competenza sposano un sincero senso di responsabilità nei confronti di chi ascolta. Questa è una delle prerogative dei programmi di Radio Pop.  Nessun genere viene trascurato, ad eccezione (forse) della mazurka e della zarzuela
Street life memories - part I::Waiting For The Bus: ieri sera ho impiegato più di un ora ad arrivare negli studi di Radio Pop, i mezzi (Metropolitana e Bus 90/91) sembravano spariti - inghiottiti da un vorace buco nero - ma, alla fine, hanno fatto ciò che dovevano, cioè mi hanno caricato e scaricato. 
Street life memories - part II::People Have The Power: la filovia milanese, nota anche come Circolare 90/91, è e resta una delle linee più frequentate e utili. Viaggiare a bordo della 90/91 riserva ai viaggiatori più curiosi ampie possibilità di studiare i costanti cambiamenti evolutivi della popolazione milanese. Anche per questo fare dei tragitti a bordo della filovia (un perfetto esempio di melting pot del terzo millennio) favorisce istruttive esperienze antropologiche amatoriali. A qualsiasi ora del giorno e della notte, la circolare c'è: funziona 24 ore su 24. 
Street life memories - parte III::On air: la trasmissione andata in onda nelle ore notturne che univano il 22 e il 23 novembre è stata fortemente improntata alla musica - diciamo così - di ricerca: contemporary classic, nu jazz, ambient e improvvisazione, con piccole incursioni in ambiti sperimentali e un paio di belle 'canzoni' (Buffalo Springfield, Porcupine Tree). Al microfono mi sentivo brioso come una testuggine ma, ascoltando la registrazione, ho capito che non era davvero così e probabilmente si trattava soltanto di stanchezza dovuta all'ora tarda. All'interno della conduzione ho trasmesso l'intervista integrale a Darcy James Argue, il direttore della big band SecretSociety, un'interessante esperimento musicale che unisce jazz, post-rock, minimalismo e steampunk. Per scaricare l'intera trasmissione cliccate qui.
© Super-Human Nature
Di seguito la scaletta completa (titolo brano - autore, album (anno di uscita)):


Scaletta trasmissione notturna 
(in onda dalle 24:45 alle 02:15 del 23 novembre 2010)
Paper Nut - Jan Garbarek Nut, Dresden (2009)
Moraga - John Zorn/Alhambra Trio, Alhambra Love Songs (2009)
Twenty Pages (instrumental) - Engineers, In Praise Of More (2010)
Intervista a Darcy James Argue / Secret Society (musica: Transit di DJ Argue)
Travel Fever - Ingrid Jensen & Nordic Connect Project, Nordic Connect (2010)
Scarlatti Sonata - Christian Wallumrod Ensemble, Fabula Suite Lugano (2010)
Dancing Deputies - Christian Wallumrod Ensemble, Fabula Suite Lugano (2010)
Waterwheel - Towner/Gomez/DeJohnette, Batik (1978)
Chimaera - Food, Quiet Inlet (2010)
Tsering - Marilyn Crispell & David Rothenberg, One Dark night I Left My Silent House (2010)
Tibetan Dance - Vassili Tsabropoulos (original song by G. I. Gurdjieff), Melos (2008)
Moditzer Nigun - Baron/Caine/Cohen/Feldman, Secrets (2009)
Dreamer of Dreams - John Zorn, Music Romance Vol 1: Music For Children (1998)
For What It's Worth - Buffalo Springfield, Buffalo Springfield (1966)
Buying New Sol - Porcupine Tree, Recordings (2001)

22 Nov 2010 - Propaganda

© Comunicazione al vertice
"I mass media come sistema assolvono la funzione di comunicare messaggi e simboli alla popolazione. Il loro compito è di divertire, intrattenere e informare ma, nel contempo, di inculcare negli individui valori, credenze e codici di comportamento atti a integrarli nelle strutture istituzionali della società di cui fanno parte. In un mondo caratterizzato dalla concentrazione della ricchezza e da forti conflitti di classe, per conseguire questo obiettivo occorre una propaganda sistematica. Nei Paesi in cui le leve del potere sono nelle mani di una burocrazia statale, il controllo monopolistico dei mass media, spesso integrato da una censura ufficiale, attesta in modo trasparente che essi servono i fini di una élite dominante. Dove invece non esiste una censura formale e i media sono privati, è molto più difficile vedere in essi un sistema di propaganda in azione. Ciò è particolarmente vero quando i media si fanno attivamente concorrenza, attaccano periodicamente mondo produttivo e governo per denunciarne le prevaricazioni, scendono aggressivamente in campo come paladini di libertà di parola e come difensori degli interessi generali della comunità".
© Media training
ilSaggiatore Tascabili, Milano 2008
(prima edizione: Marco Tropea Editore, Milano 1998)

21 Nov 2010 - Numeri Primi # 7 - Tracklist

© Naked Citizens
Tutto comincia con Arthur Fellig, in arte Weegee, il fotografo di origine austriaca che - tra gli anni Trenta e Cinquanta - documenta il lato oscuro di New York City e, soprattutto, del famigerato Lower East Side. Il fotografo era solito arrivare sulla scena del crimine (o comunque laddove erano appena accaduti episodi drammatici, come pestaggi, retate, linciaggi, tumulti, incendi ecc) prima della polizia. Si buttava nella mischia e scattava foto su foto. Nel bagagliaio della sua automobile aveva un piccolo laboratorio portatile per sviluppare e stampare al volo le fotografie, al fine di consegnarle ai giornali - e, per ovvie ragioni, alla polizia - in tempi rapidissimi. La prima raccolta contenente i migliori lavori di Weegee viene intitolata "The Naked City" (data di pubblicazione: 1945). Lo stile di Weegee unisce realtà e interpretazione, ovvero documentario e narrazione, cristallizzando in un'unica immagine il senso di un'azione.
© Naked Streets
Poco tempo dopo l'uscita del volume il produttore cinematografico Mark Hellinger acquista dallo stesso fotografo i diritti per poter usare liberamente il titolo del volume. Nel 1948 esce il film "The Naked City", diretto da Jules Dessin e smaccatamente basato sulla cruda estetica di Weegee. Nel 1989, a 41 anni di distanza dall'uscita della pellicola di Dessin, il compositore e musicista newyorkese John Zorn miscela le proprie esperienze e dà vita a un progetto che getta un solido ponte tra jazz vintage, classica contemporanea, iconoclastia sonora, improvvisazione strutturata, frammentazioni destrutturate e sperimentazione. Il progetto è "Naked City". Viene proposto al pubblico per la prima volta nel 1989 con un concerto presso il glorioso Knitting Factory di Manhattan (l'ultimo concerto di quel Knitting Factory si è tenuto il 25 luglio 2009, adesso il locale è stato trasferito in quattro nuove sedi: Brooklyn, Boise, Reno e Spokane).
Naked City è uno dei progetti (e degli ensemble) di John Zorn più amati.
L'odierna puntata di "Numeri Primi - un album e le storie intorno" è dedicata a questo gruppo e al suo primo disco dal vivo (inciso nell'estate del 1989 e pubblicato nel 2002). Esplorare il lavoro, la forma mentis, l'interplay e le pulsioni dei primi Naked City è l'occasione per aprire un varco nel post-modernismo musicale degli anni Ottanta/Novanta e raccogliere schegge di genialità che, ancora oggi, lanciano stimoli e suggerimenti a chi tiene le orecchie ben aperte.


Numeri # 7 - La Scaletta
(Brano - Autore, Album)


© Ciudad Desnuda
Batman - John Zorn & Naked City, Naked City Live 1989 - Vol. 1
A Shot In The Dark (cover) - John Zorn & Naked City, Naked City Live 1989 - Vol. 1
I Spy - Earle Hagen, I Spy
The Gift - Wayne Horvitz & Zony Mash, Cold Spell
Chain of Fool (cover) - Bill Frisell, Is That You?
Erotico (cover) - John Zorn & Naked City, Naked City Live 1989 - Vol. 1
The Sicilian Clan (cover) - John Zorn, The Big Gundown
Mango meat - Don Byron & Existential Dread, Nu Blaxploitation
Strom's Theremin - Uri Caine & Bedrock, Shelf-Life
Nana and Tom - Cyro Baptista & Banquet of The Spirits, Macunaima
Gimme Gimme Gimme (cover) - Panzerballet, Hart Genossen Von Abba Bis Zappa
The Way I Feel (cover) - John Zorn & Naked City, Naked City Live 1989 - Vol. 1

20 Nov 2010 - Largo all'avanguardia (3) - Segnalazione

© Un avventore
Giovedì 25 novembre 2010- ore 21:00
presso la Sala Piccola del Teatro Dal Verme (via Puccini, 3 - Milano)
Concerto dedicato al direttore d'orchestra Piergiorgio Bernasconi.
Esecuzioni (autore, opera):
Fausto Romitelli, La sabbia del tempo
Riccardo Nova, Hoquetus David
Klaus Huber, Beati Pauperes I
Johann S. Bach, Ciaccona in re minore
Niccolò Castiglioni, Tropi
Massimiliano Viel, [nuovo lavoro]


Icarus Ensemble + Lumen
Direttore: Francesco Bossaglia
Ingresso libero

19 Nov 2010 - Uno stratagemma cinese (2)

© Tattica
Allentare la presa per serrarla
Se s'incalza l'avversario, egli si rivolterà.
Se lo si lascia andare, la sua forza diminuirà.
Tallonarlo da vicino, ma senza opprimerlo troppo.
Affaticare le sue forze. 
Togliere linfa al suo spirito combattivo.
Dopo che è stato messo in fuga, catturarlo.
[In tal modo si vince] la forza avversaria senza spargimenti di sangue.
[Il Libro dei Mutamenti dice:] "L'attesa. Avendo fiducia, brillante successo".
Spiegazione
"Per chiudere occorre [prima] aprire.
© Strategia
Per indebolire occorre [prima] rinforzare.
Per distruggere occorre [prima] costruire.
Per prendere occorre [prima] dare.
Questa si chiama visione sottile:
il molle vince il duro, il debole vince il forte"
Daodejing, XXXVI
da: "I 36 Stratagemmi", 
Edizioni Il Punto d'Incontro 2003,
9,90 €

18 nov 2010 - Fare luce nel cervello di Pina

© Sotto pelle
"Il cervello è il mio secondo organo preferito" diceva Miles Monroe (interpretato da Woody Allen) ne "Il dormiglione". Oggidì il cervello di ognuno, sottoposto a stress, strapazzi o agguati continui, può trovarsi a soffrire. Per questa ragione vengono studiate continuamente nuove terapie in grado di intervenire laddove necessario. 
Una delle terapie più 'giovani' è l'optogenetica
E cos'è? 
Per capirlo vi racconto una storia.
Dunque, c'è un batterio che contiene un gene chiamato Arch. Un gruppo di ricercatori di stanza al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston ha estratto il gene Arch e lo ha fatto accomodare su una navetta di trasporto adeguata, cioè un virus. Il virus - per sua natura e missione - è interessato a una sola cosa: raggiungere delle cellule e ambientarsi in esse. I ricercatori citati - guidati da Edward Boyden - hanno inserito, anzi affondato Arch nella membrana cellulare dei neuroni di una cavia, chiamiamola Pina. I neuroni così 'modificati' hanno prodotto delle proteine sensibili alla luce. Sono diventati insomma dei pannelli solari biologici. Quando la luce li colpisce i "pannelli" liberano ioni cloro e potassio, rimettendo il neurone in equilibrio elettrico. Se il neurone era già in equilibrio il lavoro di Arch non serve a un bel niente. Ma per i neuroni in stato di squilibrio (come quelli di chi soffre di epilessia), cioè per quei neuroni che producono impulsi anomali e fuori controllo, l'attività di Arch e dei pannelli solari è vitale. E potrebbe escludere l'impego di farmaci antiepilettici. "Potrebbe": l'uso del condizionale è necessario, visto che al momento il gene Arch è stato portato solo nelle cellule neuronali della cavia Pina. 
© Listen to the music
Il numero cartaceo di "Scientific American" pubblicato nel novembre 2010 ospita un articolo intitolato "Controlling the Brain with Light" (Controllare il cervello con la luce), firmato da Karl Deisseroth, professore nelle facoltà di bioingegneria e psichiatria dell'Università di Stanford, recentemente insignito con l'International Nakasone Award per le sue attività nell'ambito della optogenetica. Deisseroth scrive: "Grazie a una tecnica chiamata optognetica i ricercatori possono comprendere in che modo funziona il cervello con un livello di dettaglio in precedenza inimmaginabile. Queste scoperte condurranno a un miglioramento dei trattamenti usati in caso di problemi psichiatrici (...) Ogni giorno faccio pratica psichiatrica e mi confronto con i miei limiti. A dispetto dei nobili sforzi di medici e ricercatori, la nostra modesta comprensione delle origini dei disagi psichiatrici impedisce la ricerca di cure appropriate e pone il marchio dell'infamia su questo enorme problema. Abbiamo bisogno di nuove risposte psichiatriche. Ma è opportuno ricordare altresì le parole del filosofo di scienza Karl Popper, che scrisse: prima di trovare le risposte è necessario formulare nuove domande. In altre parole abbiamo bisogno di nuova tecnologia". 
La nuova tecnologia è, appunto, l'optogenetica che consente ai ricercatori di condurre esperimenti mirati che - al momento - sono eseguiti su animali viventi (cavie, ovvero topi da laboratorio, come Pina). 
L'optogenetica è ai suoi albori ma si sta rivelando come uno dei nuovi, ricchi e promettenti filoni delle neoroscienze.

17 Nov 2010 - Notte Pop

© Un mio vecchio disegno (del 1996)
Questa notte ho condotto una trasmissione estemporanea sulle frequenze di Radio Popolare. 
Dalle 24:45 alle 2:15. 
Non sono un nottambulo (non lo sono mai stato) e, per abitudine o praticità, cerco di alzarmi intorno alle 7 del mattino. Stamani a quell'ora ricordavo una delle comparse de "La Notte dei Morti Viventi" di George Romero. Stessa agilità, stesso sguardo congelato, stesso senso dello humor. Adesso va molto meglio: sembro George Romero. Durante la conduzione radiofonica notturna ho mandato in onda brani mediamente lunghi e l'intervista al trombonista  Avi Lebovich, che si è esibito domenica 14 novembre, alle 11:00 del mattino, presso il Teatro Manzoni di Milano per la rassegna "Aperitivo in Concerto - 26esima stagione". 
Se desiderate scaricare l'intervista cliccate qui.
Di seguito vi indico la scaletta della trasmissione:
(Autore, Brano)
Marc Ribot, Green Party
John Zorn, Of Wonder and Certainty
Stackridge, Long Dark River
Intervista a Avi Lebovich (durata: 10 minuti circa)
Quartetto Alborada, The Fifth Season
Quartetto Alborada, Forever
Quartetto Alborada, Le Temps Qui Change
David S.Ware String Ensemble, Threads
Steve Tibbets, Gulezian
© Quartetto Alborada [My Favorite Records]
Newton Faulkner, Teardrop (cover)
Avishai Cohen & Karen Malka, It's Been So Long
Avishai Cohen, Alon Basela
Avishai Cohen, Leolam
Medeski Martin & Wood, Sweet Pea Dreams
The Thrust, Aspettando Isa
Frank Zappa, Montreal

16 Nov 2010 - Fuori dalla rete

© Love Revolution
"A Madrid, 
Atene, 
Bucarest 

Parigi, 
la rabbia popolare 
testimonia esasperazione sociale 

un profondo desiderio 
di cambiamento. 
Manca una strategia politica che permetta di concretizzarlo, 
manca la speranza che possa davvero avverarsi. 
Conviene correre il rischio di lasciar passare 
l'occasione, 
per il fatto che 
oggi 
mancano 
le condizioni di una sua realizzazione? 
O invece scommettere sul fatto che 
a volte 
l'impossibile 
si avvera?"
Le Monde Diplomatique - Il Manifesto, novembre 2010

15 Nov 2010 - Rumore

© Paul Slater, Preferisco il rumore del mare
"Per 25 secoli la cultura Occidentale ha cercato di comprendere il mondo grazie all'osservazione. Il grande errore è stato quello di non capire che il mondo non è di chi osserva ma di chi ascolta. 
Non è leggibile. 
E' ascoltabile. 
La nostra scienza ha sempre desiderato monitorare, misurare, astrarre e castrare i significati, dimenticando che la vita è piena di 'rumori' e che solo la morte è silenzio: il lavoro è rumore, rumore di umani e rumore di bestie. 
Il rumore si compra, si vende, si proibisce. 
Niente di essenziale accade in assenza di rumore".
Jacques Attali,
"NOISE - The Political Economy of Music"
University of Minnesota Press, 1985
(titolo originale: Bruits: essai sur l'économie politique de la musique 
Presses Universitaires de France, 1977)

14 Nov 2010 - Numeri Primi # 6 - Tracklist

© FZ
"Per le mie composizioni adotto un sistema di pesi e di misure, equilibri, tensioni e rilasci, simile per molti aspetti all'estetica di Edgar Varèse. Le similitudini sono molto più comprensibili se paragoniamo gli stili a un oggetto mobile di Calder: una roba come-diavolo-la-volete-chiamare, variopinta, a penzoloni nel vuoto, con grosse gocce di metallo, collegate a pezzi di filo elettrico, ingegnosamente in equilibrio con piccoli chicchi di metallo infossati dall'altra parte. Varèse conosceva Calder ed era affascinato dalle sue creazioni. Nel mio caso, quindi, dichiaro che 'una massa consistente di qualsiasi materiale ne bilancerà una più piccola e più densa di qualsiasi materiale, secondo la lunghezza dell'oggetto sul quale oscilla e del punto di equilibrio scelto per facilitare questa oscillazione'. Il materiale bilanciato non è altro che le note sul foglio di carta. Se riuscite a concepire ogni materiale come peso e ogni idea-nel-tempo come equilibrio, siete pronti per il prossimo passo: gli oggetti di intrattenimento che derivano da questi concetti".
Frank Zappa,
"L'autobiografia"
Arcana Editrice, maggio 1990


© FZ
Numeri Primi # 6 - La scaletta
(Canzone - Autore, Album)
Elvis Has Just Left The Building - Frank Zappa, Broadway The Hard Way
The Untochaubles - Nelson Riddle, Ultra-Lounge, Vol. 7: The Crime Scene
The Untochaubles [cover] - Frank Zappa, Broadway The Hard Way
Texas Motel Medley [alias Strawberry Fields - Swaggart Version] - Frank Zappa, bootleg
Bacon Fat [cover] - Frank Zappa, Broadway The Hard Way
Stolen Moments [cover] - Frank Zappa, Broadway The Hard Way
Murder By Numbers [cover] - Frank Zappa & Sting, Broadway The Hard Way
Click - Mike Keneally, Nonkertompf
The Floppy Boot Stomp - The Magic Band, Back To The Front 
People - King Crimson, Thrak
Our Red Sea [trditional - cover] - The Lonely Bears, The Lonely Bears I
Welcome To The United States - Frank Zappa & Ensemble Modern, The Yellow Shark
Stairway To Heaven [estratto - cover] - Frank Zappa, The Best Band You Never Heard In Your Life