© Keith Haring e Grace Jones |
Ne estraggo una piccola porzione:
"La spontaneità è l'essenza di tutto ciò che faccio, il segreto che permette - per così dire - di trasformare un gesto in qualcosa di tangibile, in un oggetto che, nella sua forma finale, il più delle volte mi stupisce, perché non lo avevo programmato così. Ad esempio, quando voglio fare una scultura. Preparo il bozzetto 'giocando' con forbici, cartoncino e colla, sino a quando nasce qualcosa. Raramente è un lavoro progettato e condotto in modo razionale e sistematico, così da ottenere quel determinato esito. E' quasi sempre un'esplosione di energia, più simile a un gesto che a un'azione pianificata, a una strategia. Penso che l'arte, parlo per me naturalmente, sia la registrazione di uno stato dell'essere, di un istante della tua vita: un punto in cui le tue energie e le tue forze e tutto l'ambiente circostante si fondono in quello che stai facendo. Generalmente - nel mio caso - un disegno. Anche quando dipingo, quando faccio una scultura, io disegno...Disegnare significa creare un segno e ritagliarlo nello spazio, creare qualcosa che prima non esisteva. E' creazione nella sua forma più semplice, più pura".
Keith Haring,
intervistato da Jason Rubell,
NYC - 27 gennaio 1990
tratto da "Keith Haring - L'ultima intervista",
Abscondita Editore, € 13, 50
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