Un potpourri di calde copertine (dalla discografia di Fausto Papetti) |
Cosa sono i ricordi e, soprattutto, quanto restano integri a mano a mano che il tempo che passa?
Nelle estati della mia infanzia/adolescenza la vera costante era il senso di sorda desolazione che aleggiava nel paesino in cui vivevo (Rivarolo Canavese, a 31 km da Torino). Insieme ad altri disadattati mi aggiravo in cerca di qualcosa da fare o da vedere che vincesse la noia. A volte ci riuscivamo pure ma niente poteva eguagliare il senso di liberazione che mi dava l'atto di partire per le vacanze. Una emozione in crescendo che prendeva corpo durante il viaggio in autostrada verso Viserbella di Rimini, la località balneare in cui la mia famiglia ed io avremmo trascorso 10 o 15 giorni. Durante la trasferta c'era l'immancabile pausa in uno degli autogrill disseminati lungo il percorso stradale. Nei pressi delle pompe di benzina era solitamente presente un espositore di musicassette con le copertine sbiadite e accartocciate dalla continua esposizione al sole. Le copertine che attiravano maggiormente la mia attenzione era quelle degli album di un sassofonista italiano, Fausto Papetti. Donne nude in pose conturbanti, ammiccanti, invitanti. Non avevano niente a che fare con la musica del Papetts, un onesto esecutore/interprete di brani altrui. Ma guardarle mi piaceva e dava notevoli spunti alla mia immaginazione. Il collage qui sopra è un piccolo omaggio ai decametri di epidermide esibiti su quelle belle copertine.
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