Okkyung Lee è una straordinaria violoncellista coreana.
Vive a New York e, a partire dal 2000, ha lavorato con Beth Orton, Christian Marclay, Vijay Iyer, Mike Ladd, Wadada Leo Smith e John Zorn, giusto per citarne alcuni.
Domenica 27 marzo suonerà con il citato Wadada Leo Smith al Teatro Manzoni di Milano per l'ultimo live della rassegna "Aperitivo in Concerto 2010/2011".
Nel 2005 Okkyung Lee pubblicò "Nihim" (etichetta Tzadik), un album nel quale jazz, rumori, musica di avanguardia e suoni crepuscolari si incontravano senza entrare in conflitto. I 10 brani di "Nihm" rappresentano, alimentano, proteggono, descrivono e schiudono un dialogo musicale guidato dal violoncello, sulla linea di confine tra dramma e catarsi, un percorso di ascolto adulto, propedeutico alla scoperta di nuovi universi musicali.
Quando si parla di avanguardia è abbastanza ovvio che possano vengire in mente cose del tipo: "Avanguardia? Oh no! Quella è roba difficile, sono già abbastanza stanco e frustrato e incazzato e dio sa cos'altro, stasera preferisco mettere su qualcosa che non mi appesantisca ancora di più". Non è così. La musica è una sola (la musica è la musica, no?) ma - come dice il saggio Chris Robinson (Black Crowes) "i dialetti sono tanti" e ogni musicista che sia degno di essere considerato tale parla - e a volte conia - il proprio. Conoscere nuovi dialetti apre la mente. Per questa ragione vale sempre la pena ascoltare e riascoltare e magari riascoltare ancora, evitando insomma di fermarsi alla prima impressione. D'accordo, ognuno è di libero di fare come gli pare, la dedizione verso la musica è - e deve essere - spontanea.
Per questo suggerisco l'ascolto di "Nihm". Magari partendo dal brano "Sky" (per un pre-ascolto di 30 secondi cliccate qui).
Info: www.okkyunglee.com
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