© Mr. Frank Bonami, an italian in Chicago |
Vive negli Stati Uniti dal 1987.
Evidentemente sa ottimizzare molto bene le proprie giornate (o forse i lavori citati gli lasciano un sacco di tempo libero?), perché fa anche lo scrittore: nel 2004 ha pubblicato il romanzo "Lezioni di fumo". Non l'ho letto ma ne ho spulciato la scheda e, a dispetto del tutolo orrendo, la trama sembra molto interessante.
© Botero Fun Club |
Approfittando degli sconti promozionali che in questo periodo decurtano del 25% il prezzo di copertina degli Oscar Mondadori ho acquistato il suddetto saggio (settima ristampa). Contiene 33 brevi capitoli in cui il Bonami ragiona e commenta l'Arte, soprattutto Contemporanea (ma non disdegna - per chiarire meglio le questioni dibattute - di citare le pietre di Stonehenge o le opere di Goya). Ho iniziato la lettura partendo dal 26esimo capitoletto, "Artisti di confusione di massa" e poi sono passato al successivo, esilarante 27esimo cap "Epidemia di Botero", in cui mette allo scoperto il nulla obeso (molto, molto obeso e molto, molto 'nulla') che tanto sta a cuore al monotono pittore - e purtroppo pure scultore - colombiano Fernando Botero Angulo. Massì, Botero, quello che del 'disagio da pinguedine' ha fatto una ragione di vendita della propria arte, quello che disegna donne e uomini grassissimi (spesso deformi) vestiti o nudi, in città, in campagna o al mare. Spesso el Señor Fernando non si cruccia neanche di cambiare posizione alle sue creature: varia lo sfondo - ma a volte neppure quello - e il gioco è fatto.
© la coerenza di F. Botero: lo stesso soggetto in luoghi (non sempre) diversi |
Non so se vi è mai capitato di incontrare persone che vivono con frustrazione la loro condizione di ignoranza (nota: per me 'ignoranza' non ha un'accezione negativa, io mi riferisco al significato, cioè il 'non sapere') e, anzichè mettersi a studiare e/o a girare il mondo per emanciparsi dall'ignoranza, cercano pezzi di cultura o pseudo-cultura che possano assimilare ovvero inglobare e, quindi, usare nelle conversazioni. Sono persone malsane, intimamente orrende, in fase di costante decomposizione spirituale. Però ci sono e può capitare di incrociarle. Ecco, le suddette persone talvolta sentono di voler dire la loro anche sul tema 'Arte'. Ma non vogliono fare fatica, non vogliono imparare, vogliono solo - appunto - dire la loro. Cosa fanno? La cosa peggiore: abbassano lo sguardo sino a individuare qualcosa che sia alla loro altezza. Per fare un esempio musicale, Keith Jarrett può essere immediato ("The Köln Concert") oppure no ("Radiance"), questa sua incostanza getta nello sconforto chi non ha tempo per arrampicarsi con lo sguardo verso lo scontroso Keith. Meglio dunque posizionare le orecchie all'altezza di un Giovanni Allevi, che (riassumento ciò che si sente dire in giro) "non fa mica brutte sorprese, suona così bene ma così bene, lo sai che lo hanno chiamato al Blue Note - hai presente il locale di niùiorc? sì, quello - e poi, guarda, ha tanto sofferto, pensa che viveva in un monolocale e non aveva il pianoforte così suonava sul tavolo - voglio dire: sul tavolo! - e immaginava il suono del suo strumento, davvero, un genio!" ecc. Ascoltare Allevi - che è un bravo ragazzo e ha il grande pregio di farsi quasi sempre gli affari suoi - non fa male alla salute o allo spirito, ma aprire le orecchie o gli occhi significa non fermarsi a lui, significa non accontentarsi mai, significa non abituarsi a 'prendere ciò che passa il convento' (la decadente mentalità da spettatore televisivo) e andarsi a cercare altro.
Fine della digressione, torno al bel saggio scritto da Francesco Bonami
© Robert Rauschenberg |
Quanti complimenti. Oh be', li merita.
Nel sito ibs.it il volume è stato recensito da cinque persone che l'hanno letto. Due di esse sono entusiaste, una è molto soddisfatta, una è abbastanza soddisfatta (dice che il libro è "eccessivamente soggettivo" ma credo sia difficile non essere soggettivi quando si parla di Arti Visive e di Arti Sonore) e un'ultima persona è proprio schifata. Ognuno dice la sua.
Ne suggerisco la lettura: apre la mente, favorisce il processo di avvicinamento all'Arte Contemporanea e - che siate d'accordo o meno con quanto dice Bonomi - aiuta a discernere.
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