20 Septumbu 2012 - Digitale

La questione dibattuta nelle pagine culturali de "laRepubblica" in edicola oggi è importante:
Amazon propone la formula 'abbonamento'.
Non è un'idea nuova. Se ne parlava già una decina di anni fa, in relazione al mercato della musica.
Il concetto base, per quanto mi riguarda, è uno solo:  
ciò che conta è leggere.
Leggere un libro di carta o leggere una pagina dall'e-reader.  
Leggere.
Il digitale è comodo: è ovunque, è archiviabile su supporti leggeri e poco voluminosi, è scambiabile. Spesso è (più e meno legalmente) aggratiss. Ma  non mi piace pensare a un mondo dove tutto è digitale. Un mondo senza librerie, senza edicole, senza spazi dedicati alla commercializzazione virtuosa della cultura. Perché questa è la prospettiva. E se ci spostiamo ai luoghi dove la cultura viene messa a disposizione di tutti gratuitamente il quadro non è meno fosco. Provate a immaginare un mondo senza biblioteche, senza sale di lettura, senza esseri umani che - sotto uno stesso tetto, in una stanza circondata da scaffali pieni di libri e riviste - vivono e condividono il piacere della lettura. Il digitale è immateriale e, pertanto, non umano, perché esclude la presenza fisica degli umani. Internet è un formidabile strumento di acquisizione di informazioni a volte attendibili e a volte no. Ma è agghiacciante immaginare un futuro - prossimo, non così lontano - di individui socialmente isolati che stanno chiusi in casa a (uso un termine desueto) navigare e a comunicare con la bocca chiusa, pigiando tasti ingobbito su una sedia.
Detto ciò,
questo è un post, ovvero un messaggio digitale,
questo è il link (anch'esso digitale) per scaricare la mia radio-trasmissione di questa mattina,
questo è il mio augurio digitale di buona giornata.
Ed ora, salgo sulla 90 (nome completo: circolare filotramviaria milanese "90"), dove viaggerò umanamente in compagnia di altre 100 e più persone.

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