06 Apr 2011 - Paolo Roscio (30/6/1966 - 6/4/2011)

Questa notte è mancato Paolo Roscio.
Un uomo intelligente, una persona sensibile, un musicista perspicace e veloce (nell'aprendere, nel capire, nel muoversi verso nuove direzioni). Un amico carissimo. Ci conoscemmo nel novembre del 1982. Suonavamo insieme in un gruppo di progressive agricolo. Il chitarrista e il tastierista si odiavano, entrambe avevano delle qualità ma il loro ego demente ebbe il sopravvento e mandò tutto a scatafascio. Paolo capì che aria tirava e mollò la band. Io me ne andai - finalmente - quando, dopo un disastroso concerto nel campo sportivo di San Giorgio Canavese (il paese in cui viveva Paolo all'epoca), ebbi la certezza che non ne sarebbe venuto fuori nulla di buono. Paolo guardava in altre direzioni, anche musicalmente. Fu lui a farmi scoprire "Blue Valentine" di Tom Waits, in un appiccicoso pomeriggio d'estate. Mentre ascoltavamo i brani del disco mi offri un bicchiere di acqua in cui galleggiavano strano ghiaccioli a forma di fette d'arancia dai colori molto accesi. Poi, visto che Waits è straordinario ma avevamo voglia di sentire anche delle scemenze ben fatte, passammo a "Kinotto" degli Skiantos. Ai tempi delle scuole superiori Paolo e io ci incontravamo quasi tutti i giorni feriali intorno alle 13:00 alla fermata del bus di Rivarolo Canavese. il paesotto in cui vivevo lottando contro il tedio e dove lui frequentava il Liceo Scientifico. C'è sempre stata una bella intesa tra noi. Ci siamo incontrati dopo anni di distanza fisica, nel 2009. Sentì un mio programma a Radio Pop e mi scrisse una mail. Dopo qualche settimana ci vedemmo. Era già consumato dal male che lo stava annientando un pochino alla volta. Dov'era il ragazzone aitante di un tempo? Riconobbi lo sguardo e la voce. E la qualità del pensiero. Adesso Paolo è di nuovo in movimento, chissà verso dove.
Buon viaggio amico mio,
Maurizio

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