28 mar 2011 - I consigli di Federico Moccia

© Leggere gratis, Leggere Tutti
Il magazine gratuito "Leggere Tutti" è un interessante periodico rivolto a chi legge, a chi scrive e a chi lavora nell'affascinante (?) mondo dell'editoria. Il numero 56 è attualmente in distribuzione in molte librerie italiane. L'editoriale di Giuseppe Marchetti Tricamo, intitolato "Riprendiamoci l'Italia", è ricco di riflessioni e spunti intelligenti. Il focus di questo numero è dedicato agli scrittori potenziali e/o esordienti. Ci sono diversi articoli in cui non si fa certo economia di consigli, indicazioni, suggerimenti e incoraggiamenti. Fare lo scrittore a tempo pieno non è affatto semplice e non solo per questioni di talento o perché ci sono pochi lettori nel nostro Paese (il 5% della popolazione legge regolarmente, questo dato non è cambiato negli ultimi 15/20 anni) ma anche - e soprattutto - perché ci sono moltissimi editori che pagano poco e male. A volte non pagano proprio. Quindi bisogna avere un altro mestiere al fine di tirare su i quattro soldi necessari per fare la spesa, pagare le bollette ecc. Tornando agli articoli di "Leggere Tutti", alle pagine 16 e 17 c'è "I consigli di Federico Moccia - per il piacere di scrivere". Il fortunato autore romano si rivolge a entusiasti e/o sfigati che vorrebbero fare il suo stesso lavoro, magari trattando altri temi anziché le storie d'amore tra persone non mature. Il pezzo vergato dal Moccia si apre così: "Scrivere è un gioco serissimo e meraviglioso. Permette di conoscere meglio se stessi e di comunicare con persone che forse non si conosceranno mai di persona. Per questo richiede consapevolezza e comporta anche una certa responsabilità. Non amo definirmi scrittore ma cercatore di storie. Una specie di viaggiatore di parole".
© Federico M, uomo glamour
Molti i consigli del Fede: prendere spunto dalla vita quotidiana, emozionarsi per emozionare, conoscere le regole della scrittura, scrivere semplice, avere pazienza e - soprattutto - vivere. Bene. Utilità di questi consigli? Nessuna. Sono cose alle quali uno/a dovrebbe arrivare da solo/a (e se non ci arriva forse c'è qualcosa che non va). Ma le buone intenzioni dello scrittore comunque non vanno biasimate. Mentre qualcosa da ridire sullo 'stile di Moccia Federico' ci sarebbe.
Prendiamo ad esempio l'incipit del suo nuovo romanzo ("L'uomo che non voleva amare", Rizzoli):
" «Amore, ci sei?»Nello stesso istante in cui disse quelle parole, a Sofia si strinse il cuore. Come sarebbe potuto essere altrimenti? Dove sarebbe potuto andare? E soprattutto come? E in quel preciso momento le sembrò di sentire l'eco di una frenata e poi uno schianto, i vetri infranti, la lamiera che si accartocciava, quella sequenza quasi al ralenti nella sua mente".
Con un inizio così a me passa la voglia, di leggere e pure di scrivere.
Io credo che l'unico consiglio davvero utile sia contenuto nelle parole di Henry Miller, che agli aspiranti scrittore disse: "Volete davvero scrivere? Allora fatelo, da adesso e per tutti i giorni della vostra vita, anche se non avete idee, anche se siete stanchi o di cattivo umore. Scrivete".
Scriviamo.

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