01 Feb 2011 - Nottambulando

© Pat Metheny (da giovane)
Notte radiofonica a Radio Pop, in diretta dalle 24:45 alle 2:15. Il tema della trasmissione ha preso forma nel tardo pomeriggio, ripensando alla questione della 'morte del rock' che ho trattato sommariamente nel post del 24 Gennaio 2011 scorso (titolo: Finti necrologi). Lo strumento principe del rock è la chitarra, possibilmente elettrica. E la chitarra è stata il trait d'union tra le mie scelte radiofoniche notturne. Una volta accomodatomi in studio ho iniziato la conduzione in diretta con un brano estratto da "The Move to the Groove Session", album registrato dal vivo da Pat Metheny e gli Heath Brothers. Questo disco uscì nel 2000 ma io l'ho scoperto e acquistato (a prezzo notevolmente ribassato) ieri pomeriggio, meglio tardi che mai. I dischi che avevo portato con me viravano verso filoni meditativi à la ECM, ma l'influsso benefico di Metheny ha ampliato in corso d'opera i criteri di selezione. Radio-improvvisazione? Sì e non solo. 
Tra un brano e l'altro ho appreso la notizia relativa alla dipartita di John Barry - morto ieri per infarto - celebre compositore britannico il cui nome è saldamente legato ai film di 007 degli anni Sessanta e ad uno dei telefim più amati (in Italia), "The Persuaders - Attenti a quei due".
I pezzi messi in scaletta erano in qualche modo connessi l'uno all'altro, uniti ad esempio dal fatto di essere stati realizzati per la stessa etichetta oppure dall'avere dei musicisti in comune. La musica è espressione di sé, comunicazione, passione, divertimento e - infine - connessione, giusto per rispondere a modo mio alla domanda "Che cos'è la musica?" che ho posto insistentemente nei giorni scorsi. 
E che mi porrò ancora, ottenendo nuove e sorprendenti risposte. 
Nel frattempo apprendo con disappunto che per molti la musica è uno stimolo alla polemica. 
© Giovanni Allevi
Ad esempio, leggo nel sito Ansa.it: "TORINO - Gioioso e marziale, energico e positivo: è l'interpretazione che il maestro Giovanni Allevi ha fatto dell'Inno di Mameli, dirigendo l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. L'inno di Mameli diretto da Allevi è stato presentato in serata a Torino al teatro Gobetti, dove fu suonato per la prima volta al chiuso nel dicembre 1847, nel corso di una 'serata omaggio' organizzata da Rai Radio 1 in collaborazione con la Fondazione Teatro Stabile in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. "Sono un fan del presente e faccio un inno al presente", ha detto Allevi dal palco del Gobetti rispondendo a Laura Freddi che ha sostituito Milly Carlucci (ammalata) nella conduzione della serata nella quale sono stati uniti musica, radio, sport e teatro (sono intervenuti, fra gli altri, gli attori Elio Pandolfi e il campione di pallavolo Andrea Lucchetta). Scegliere Giovanni Allevi per dirigere l'Orchestra della Rai nell'esecuzione dell' Inno di Mameli - ha detto il direttore di Rai Radio 1, Antonio Preziosi - è stata una scommessa che abbiamo voluto fare per portare l'inno nazionale ai giovani". 
Ho presenziato - per ragioni professionali - a diversi concerti del pianista, compositore e filosofo Giovanni Allevi e, in ognuna di quelle occasioni, ho osservato il pubblico: gli adolescenti si contavano sulle dita di una mano. il più giovane non aveva meno di 30 anni. Il sostenere che qualcuno porta 'l'inno nazionale ai giovani' lascia il tempo che trova. 
Quanti anni hanno i famigerati 'giovani'? 
Quindici? Venti? Trenta? Novantanove? Boh, forse bisognerebbe chiederlo a Preziosi. 
Molti autorevoli musicisti e compositori si sono scagliati contro la scelta di chiamare Allevi. Ognuno dice la sua, come al solito. Mi chiedo: che problema c'è se il sorridente, malinconico, tormentato e al contempo indomito Allevi Giovannino viene scelto per dirigere l'inno nazionale in occasione del 150 esimo anniversario della Repubblica? E' il suo momento, buon per lui. Quando c'è di mezzo il Maestro Allevi si accende l'attenzione di estimatori e detrattori, nasce il dibattito, fioccano i commenti, insomma si genera un 'movimento vitale' intorno alle notizie. Si desta l'interesse (e, con esso, la critica e/o il plauso) anche per l'esecuzione di partiture stanche, impolverate e narcolettiche.
Se lo avessero chiesto a me (e chi me lo chiede?) avrei chiamato i Mariposa. Mi terrò pronto per il 200esimo anniversario, sempre che qualcuno mi sottoponga a un trattamento di criogenesi (animazione sospesa), altrimenti non credo di arrivarci. Ci penserò più avanti.
Nel frattempo guardiamo al presente della musica:
in alto a sinistra trovate il pratico link per scaricare la trasmissione. Buon ascolto!


Tracklist
(Autore - Brano, Album, Anno di uscita)
Pat Metheny & The Heath Brothers - Arthurdoe, The Move to the Groove Session, 
2000
Abercrombie/Holland/DeJohnette - Backwoods Song, Gateway, 1975
Dave Holland Quartet feat. Kevin Eubanks - Nemesis, Extensions, 1990
Ricordo di John Barry (3 novembre 1933 - 31 gennaio 2011)
Blackfield - Open Mind, Blackfield Live in NYC, 2007
Lloyd Cole & Robert Quine - I Just Don't Know What To Do With Myself (cover), 
Great Jewish Music: Burt Bacharach, 1996
Banquet of the Spirits - Flaef, Caym - Book of Angels vol. 17, 2011
Banquet of the Spirits - Hutriel, Caym - Book of Angels vol. 17, 2011
© Tony C. & Roger M.
Banquet of the Spirits - Yahel, Caym - Book of Angels vol. 17, 2011
Miroslav Vitous - Tramp Blues, Universal Syncopation, 2003
Jack DeJohnette - India (cover), Special Edition, 1980
Towner/Gomez/DeJohnette - Waterwheel, Batik, 1978
Abercrombie/Johnson/Erskine - Right Brain Patrol, November, 1993
Marc Johnson's Bass Desire - Twister, Second Sight, 1987
Nils Petter Molvaer - Dead Indeed, Solid Ether, 2000
Anouar Brahem - L'oseau de bois, Conte de l'incroyable amour, 1992

0 commenti:

Posta un commento