09 Dic 2010 - Largo all'Avanguardia (4)

© Arnold
Il Quarto Capitolo della Parte Prima si apre con una citazione ad effetto:
"Si troverà il nuovo e anche se non sarà più giusto di quello che si è trovato prima sarà perlomeno nuovo, è il nuovo se non il vero è comunque bello"
L'autore è Arnold Schoenberg
La frase è contenuta ne "Manuale di Armonia", il libro ideale da leggere sotto l'ombrellone.
Per unire il passato remoto e il passato prossimo viene inserita una seconda citazione:
"Your petrochemical arms. Your military arms. In your electronic arms"
L'autrice è Laurie Anderson.
La frase è contenuta nel testo de "O Superman (For Massenet)", la canzone ideale da ascoltare in spiaggia, leggendo "Manuale di Armonia" sotto l'ombrellone.
Poi inizia il Quafrto Capitolo.
Si intitola "Il trionfo dei simulacri (mezzi di silulazione di massa)". 
Fa parte del volume "Il buio, il fuoco, il desiderio - Ode in morte della musica" (Einaudi Stile Libero, 2008), un saggio sulla musica - ovvero sulla morte (come dice il sottotitolo) e sulla rinascita della musica - scritto da Gianni Castaldo. Un bel saggio, ricco, ricchissimo, strapieno di riflessioni utili, stimolanti e costruttive. Castaldo è un giornalista competente e preparato A volte si fa prendere la mano e scrive con ardore e/o vigore dannunziano, ma questo non cambia lo sostanza: "Il buio ..." è un lavoro di qualità. 
Di tanto in tanto lo riapro e ne rileggo qualche paragrafo, ad esempio questo:
© Arnold's
"C'è stato un periodo, non breve, della storia del Novecento musicale in cui il nuovo era in sé e per sé un valore. Le avanguardie storiche hanno sempre spinto l'orizzonte più avanti, ma negli anni Sessanta e Settanta il gioco è diventato esaltazione di massa. In qualsiasi campo della musica era una priorità assoluta, quasi un'ossessione. Proprio nel 1960 Ornette Coleman aveva battezzato l'alba della nuova èra intitolando un suo disco Free Jazz (in copertina c'era un quadro di Pollock, ovvero le gocce tirate fuori dal naso di Guernica). Senza alcun ausilio tecnologico, utilizzando trombe, sassofoni, bassi e batterie, Coleman aveva creato qualcosa di assolutamente nuovo, con una parolina - free - che riverberava di attese messianiche afroamericane, ma che anticipava il tema chiave del decennio: libertà, in tutti i sensi".

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